La Fama

Il Poema

Il Museo di Spallanzani è l’unico al mondo di cui esista anche un catalogo in versi. Le meravigliose collezioni di animali "esotici e nostrali" allora presenti sono infatti documentate nell'Invito a Lesbia Cidonia, poemetto composto dal matematico bergamasco Lorenzo Mascheroni, buon amico di Spallanzani e noto nei circoli letterari ispirati all’Arcadia sotto lo pseudonimo di Dafni Orobiano. Fin dal 1786, Mascheroni aveva diretto alla bellissima Contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi, bergamasca come lui e poetessa famosa con il nome arcadico di Lesbia Cidonia, il sonetto Vieni, e consola del Tesin la sponda. Ma l’aristocratica, per ragioni di salute aveva sempre rinviato la visita. Finchè, dopo la pubblicazione dell’Invito avvenuta il 20 aprile 1793, si decise finalmente a intraprendere il viaggio per Pavia. Qui arrivò il 12 maggio del 1793, vi si trattenne per 5 giorni e visitò il Museo, legandovi per sempre il suo nome.

L’Invito di Mascheroni si inserisce nel genere della poesia didascalica e fu scritta con lo scopo di glorificare l’Ateneo Pavese e di divulgarne i tesori posseduti. Alle lodi di Pavia e della sua Università, segue la descrizione del Museo di Storia Naturale (vv 57-249), del Gabinetto e Teatro di fisica (vv.250-384), della Biblioteca (vv.385-401), dei Gabinetti d’anatomia comparata e umana (vv. 402-467) e infine dell’Orto Botanico (vv. 468-520). I giudizi estetici sull’Invito furono sempre discordi. I suoi contemporanei giudicarono l’opera di Mascheroni come i "più bei versi sciolti di questo secolo" e il poema ebbe risonanza europea. Nell’Ottocento invece le stroncature furono numerose e l’Invito fu definito " poco più che un catalogo in bei versi del Museo pavese di scienze naturali", ma piuttosto "monotono e stucchevole nelle enumerazioni".

L'Arcadia

L’Arcadia, Accademia letteraria romana, fu fondata nel 1690, un anno dopo la morte della regina Cristina di Svezia, dai letterati che frequentavano il suo salotto. Il nome, nato per caso da una frase di uno dei fondatori, voleva alludere a quegli ideali di semplicità, schiettezza, chiarezza stilistica predicati dagli accademici. Al di là del rigido cerimoniale che caratterizzava la vita dell'Arcadia (ogni letterato prese un nome da pastore greco; il presidente fu chiamato "custode"; l’insegna fu la siringa di Pan; il luogo degli incontri fu detto Bosco Parrasio), l'accademia svolse un ruolo di primo piano nel panorama culturale italiano fra Seicento e Settecento. Nata con un deciso programma di reazione al cattivo gusto e alla ridondanza del secentismo barocco in nome di ideali di classicità e di razionalismo, l’Arcadia diede vita ad una poesia nella quale si rispecchiava serenamente la dolcezza di vita ispirata all’ottimismo illumista del mondo intellettuale pre-rivoluzionario. Durante il romanticismo l'aggettivo arcadico divenne però sinonimo di artificio, astrazione, superficialità. A lungo sull'accademia ha pesato questo giudizio negativo, e soltanto nel Novecento la critica ha finalmente riconosciuto la non trascurabile funzione storica svolta dall'Arcadia, sottolineandone l'influsso esercitato, anche a distanza, su poeti come Foscolo e Leopardi.

I Visitatori Illustri

Attirati dalla fama di Spallanzani e anche dall’Invito, numerosissimi furono i visitatori illustri del "gran Museo" di Pavia, certamente allora uno dei più ricchi e vistosi d’Europa. Spallanzani accompagnava gli ospiti nella visita, fornendo spiegazioni e regalando spesso esemplari duplicati. Tra le personalità politiche ricordiamo il consultore Pecci, Don Carlo Colloredo e il principe del Liechtenstein. L’ Imperatore d’Austria Giuseppe II venne a visitare il Museo il 17 febbraio 1784, mentre l'Arciduca Ferdinando arrivò all'Università di Pavia nel 1791 e visitò con cura il Museo insieme alla moglieMaria Amalia, Infanta di Parma. Molte donne, belle colte e aristocratiche, si fecero attrarre da una visita al Museo dell’affascinante scienziato tra cui la principessa russa Daskof nel 1781 e appunto Paolina Secco-Suardo-Grismondi che ammirò il Museo il 14 maggio 1793 in compagnia di alcuni professori dell’Università.

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