Il Museo Oggi

L'istituzione nel 1989 del Centro Interdipartimentale di Servizi "Musei Universitari" (CISMU), appositamente creato per la tutela dell'antico Museo, ha riacceso le speranze di un recupero quasi integrale delle collezioni. Operativo dal 1994, il Centro ha riordinando il materiale museale seguendo i criteri del restauro conservativo dei reperti e della loro catalogazione, nell'intento di consentirne una migliore fruibilità agli studiosi e agli studenti, e promuovere la loro diffusione presso il pubblico. Con impegno e dedizione sono stati restaurati alcune migliaia di pezzi, molti dei quali oggetto di mostre tematiche temporanee allestite presso la Biblioteca Universitaria di Pavia. Con il sostegno economico degli Enti pubblici e privati sono state realizzate: "Immagini dell'Ornitologia nell'800 a Pavia" nel 1996, "Pesci di ieri e di oggi" nel 1997 e "Artigli e zanne: grandi e piccoli predatori" nel 1998. L'obiettivo vero resta, ancora oggi, l'allestimento di un Museo di Storia Naturale in una sede adeguata, che consenta la fruizione pubblica delle collezioni in modo permanente. Un primo sintomo di disponibilità alla valorizzazione delle collezioni naturalistiche è emerso nel 1997 in occasione dell'allestimento permanente, per concessione dell'Amministrazione Comunale, di un piccolo nucleo di reperti nell'atrio della Sala Rivellino del Castello Visconteo.

Nel 6 ottobre 2000 viene inaugurato un deposito provvisorio in via Guffanti, allestito con le collezioni zoologiche di vertebrati, reso appositamente idoneo alla conservazione dei reperti, che consente anche la fruizione al pubblico in occasioni particolari o su prenotazione.
Il CISMU si è mobilitato negli scorsi anni per la costruzione di un nuovo Museo di Storia Naturale, che dovrebbe sorgere nell'area Cravino, accanto al costituendo Museo della Tecnica Elettrica della Facoltà di Ingegneria.

Nel gennaio 2004 si è costituito il Sistema museale di Pavia e della sua Certosa attraverso una convenzione siglata dal Comune di Pavia, dall’Università degli Studi di Pavia, dalla Diocesi di Pavia e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività culturali) e con il sostegno della Provincia di Pavia e della Regione Lombardia (Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie della Lombardia). Scopo del Sistema è promuovere le storiche testimonianze artistiche e scientifiche del territorio pavese.

Nel gennaio 2005 è nato inoltre il Sistema Museale di Ateneo con lo scopo di riunire tutti i musei e le collezioni dell’Università di Pavia e di promuoverne la conservazione e la valorizzazione. A tal proposito, sono state organizzate recenti esposizioni.

Nell'ultimo anno infine è stato approvato un bando di servizio civile con disponibilità per 8 ragazzi dai 18 ai 28 anni intitolato: "La valorizzazione dei musei e delle collezioni dell'Università: una nuova strategia -2009."

COME SONO AVVENUTI I RESTAURI

Lo scadente stato di conservazione delle collezioni ha imposto in primo luogo un deciso trattamento con liquido antiparassitario di tutti gli esemplari. Ripetuto due volte a distanza di un mese questo intervento sembra aver bloccato ogni forma di infestazione.
La seconda fase ha compreso la rimozione completa dello strato di polvere e delle macchie di grasso o vernice che nascondevano la colorazione del piumaggio o del pelo. Anche le parti cornee sono state accuratamente ripulite e lucidate. Gli esemplari sono stati poi rimossi dalla loro base originale e, dopo ripulitura e lucidatura delle basi, fissati sui supporti originali.
Si è quindi proceduto al restauro strutturale degli animali ricollocando le parti anatomiche staccatesi nel corso del tempo e riparando i piccoli danni. Molti Mammiferi ad esempio mancavano di occhi e presentavano rotture delle zampe o di porzioni di esse (falangi o intere dita), mentre gli uccelli avevano le penne rovinate, piegate o rotte, ali, zampe, collo o coda non ben fissate e fuori assetto, presenza di muffe sul corpo e sulle zampe.
Alcuni grossi esemplari presentavano gravi danni (dentatura dello squalo, falangi del coccodrillo, distacco delle pinne, strappi sulla pelle e perdita di grasso nel delfino) e hanno quindi richiesto interventi più importanti. Il restauro è stato di tipo conservativo e particolare attenzione è stata prestata alla morfologia originale della preparazione tassidermica in modo da mantenere inalterato l'atteggiamento preesistente.
Oggi gran parte della collezione (tra cui i pezzi più vecchi e interessanti) sono conservati nella sede di Via Guffanti, mentre a Palazzo Botta si trovano attualmente le collezioni di uso didattico delle sezioni di Zoologia e di Anatomia Comparata.
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